moneta da 200 SUM (Uzbekistan)Uzbekistan e Kirghizistan

Riepilogo

Periodo: agosto 2012
Durata: 15 giorni
Mezzo: aereo, pulmino, treno, auto
Spesa tot: 3.200 Euro
Valuta Uzbekistan: Sum (1 Euro = dai 2300 ai 3000 Sum)
Valuta Kirghizistan: Som (1 Euro = 55 Som)

Galleria fotografica: vedi una selezione su Picasa: Uzbekistan e Kirghizistan.

Premessa

Questo viaggio è organizzato da Viaggi Solidali, una cooperativa di Torino che si occupa di turismo responsabile.
Oltre alle attrazioni turistiche incluse nell'itininerario, viene dato spazio all'aspetto del turismo solidale, soggiornando talvolta in famiglia o in strutture a gestione locale, visitando associazioni che in qualche modo contribuiscano allo sviluppo dell'economia dei paesi visitati.
Bisogna dire tuttavia che, a differenza di una precedente - e positiva - esperienza con la stessa organizzazione in Marocco, questo viaggio ha alcuni aspetti decisamente da migliorare: gli aspetti logistici (specie i trasferimenti), il coordinamento tra le guide dei due paesi visitati, lo spazio dedicato agli aspetti solidali che in questa occasione è stato quasi assente.
Nonostante alcune pecche tuttavia i luoghi visitati sono di estremo interesse e ricchi di fascino, per cui il bilancio è in definitiva positivo.
Il nostro gruppo è composto da 13 persone, provenienti da varie parti d'Italia, da una guida Uzbeka (Akram) che ci ha seguito nella prima parte del percorso e da due guide (Bakhshillo, uzbeko, ed Alexandra, una ragazza Russo/Kirghiza) che ci hanno accompagnato nella seconda parte.

Diario di viaggio

martedì 7 agosto, 1° giorno
Alle 20:30 abbiamo il volo Uzbekistan Airways da Malpensa a Tashkent. Si tratta di un Boeing 747 che vola a 930 Km/h alla quota di 10.700 m; la distanza da percorrere è di circa 4.700 Km. Ci viene servita la cena poco dopo mezzanotte, mentre sorvoliamo i Carpazi.

mercoledì 8 agosto, 2° giorno
Verso le 3 siamo sul Mar Caspio; arriviamo a Tashkent alle 04:50 (ora locale 07:50). Lasciamo i bagagli al Grand Nur Hotel, poi giro in pulmino per la città: il complesso di Khast Imom, comprendente un mausoleo, una madrasa (scuola coranica) ed una biblioteca il cui pezzo forte è il Corano di Osman, risalente al VII sec. e considerato il più antico esemplare esistente del libro sacro. Facciamo poi un breve giro al mercato chiamato Chorsu Bazar, dove sostiamo ad un chiosco per un primo assaggio di shashlik (spiedini di carne alla brace). Prendiamo la metropolitana caratterizzata da un paio di stazioni di epoca sovietica, con tanto di colonne di marmo e lampadari, e sbuchiamo in Piazza Indipendenza, un'enorme spianata recentemente messa a nuovo e contornata da imponenti edifici. Poco lontano, il monumento della madre piangente, dedicato ai caduti Uzbeki della Seconda Guerra Mondiale. Visitiamo infine il museo di arti applicate, non molto interessante, e torniamo in albergo per una siesta prima di cena: siamo tutti stanchi morti sia per il gran caldo che per il fatto che molti di noi non hanno chiuso occhio la notte precedente. Cena in un ristorante tipico, con brodo di pollo, spiedino ed ottima baklava, dolce tipicamente medio-orientale qui in una versione meno stucchevole del solito.
Nonostante questa prima giornata davvero estenuante, sono entusiasmato dal mix di etnie che si indovina camminando per strada: qui si incrociano il mondo slavo, l'arabo, il mongolo ed il cinese!

giovedì 9 agosto, 3° giorno
Dopo colazione lasciamo l'albergo di buonora (le 7) per prendere il treno delle 08:30 che ci porterà a Bukhara. Nello scompartimento con me incontro Keiko, un'insegnate giapponese di Nagoya che viaggia sola e sta andando a Samarcanda. Alle 15 siamo a destinazione, scendiamo in un caldo torrido ed alloggiamo alla Lyabi House, un albergo ricco di fascino nel cuore del centro storico. La temperatura sfiora i 40°C per cui ce ne stiamo buoni in camera fino al tardo pomeriggio. Facciamo un giro nei dintorni della piazza Lyabi-Hauz, caratterizzata da una grande vasca ed attorniata da due madrase ed una moschea. Poco appariscente ma molto suggestiva la moschea di Maghoki-Attar, del IX secolo e considerata la più antica dell'asia centrale; ma questo non è tutto: secondo gli scavi archeologici sembra sia stata un tempio buddista, un tempio zoroastriano del V sec. e nel XVI sec. usata come sinagoga dagli ebrei della cittò. Cena nel cortile della madrasa di Kukeldash: assaggiamo l'honum, una specie di pasticcio di carne e verdure avvolto nella pasta. Dopo cena vaghiamo ancora un po' per il centro, poi stiamo a chiacchierare nel bel cortile interno dell'albergo.

venerdì 10 agosto, 4° giorno
Facciamo colazione nell'aivan dell'hotel, tradizionale portico nel cortile interno dalle imponenti colonne di legno istoriato. Partendo dal parco Samani visitiamo l'antico mausoleo di Ismail Samani dalla ricchissima facciata in mattoni dove sopravvivono antichi simboli zoroastriani; poi il mausoleo di Chashma Ayub che contiene al suo interno una leggendaria "fonte di Giobbe" (il profeta). A qualche centinaio di metri la moschea Bolo-Hauz, con un piccolo minareto a fianco e caratterizzata da 0 gigantesche colonne in legno lavorato. Poco lontano sorge l'iponente Ark, la cittadella dove viveva l'emiro; non è purtroppo visitabile all'interno per via di lavori di restauto in corso, ma la vista delle mura è davvero suggestiva. Ci muoviamo infine poco fuori città per far visita al palazzo estivo dell'emiro, una miscela di architettura russa e medio-orientale che ospita un piccolo museo con le stanze e la mobilia usata dall'ultimo emiro, una collezione di abiti tradizionali ed una splendida raccolta di susani, i tipici arazzi in cotone ricamati in seta. Tornati in città facciamo visita al Char Minar, curiosa costruzione con 4 torri dalle cupole turchesi, incastonata in un dedalo di stretti vicoli.
Si pranza con riso plov (riso pilaf con carne e verdure saltate in padella con olio di cotone o girasole) ai bordi della grande vasca nella piazza centrale; finché gli altri fanno la siesta mi aggiro per il labirinto di vicoli intorno all'hotel, sotto la vampa implacabile del sole: duro poco, gli occhi fanno male per il gran caldo. Usciamo verso le 17 ma la temperatura è ancora alta; visitiamo il complesso su cui spicca l'enorme minareto Kalon, un gigante di 47 metri di fronte al quale Gengis Khan rimase tanto stupito da ordinare ai suoi di non distruggerlo. Accanto al minareto la moschea omonima, dal grande cortile interno, e la bella madrasa Mir-i-Arab, ancora attiva e perciò non accessibile ai turisti. Dopo una sosta per un tè sulla terrazza panoramica di un bar dalla quale si gode una bella vista del complesso appena visitato, passiamo attraverso un bazar coperto ed arriviamo ad unaltra coppia di madrase: quela di Ulugbek e di Abdul Aziz Khan; quest'ultima ospita una serie di negozi di artigianato, occupiamo un po' di tempo a farci mostrare un po' di susani, alcuni molto belli. Cena sulla terrazza di un ristorante dalla quale si domina tutta la città vecchia. Chiudiamo la serata facendo visita alla splendida casa di Akhbar, un abile antiquario che ha acquistato e restaurato un'antica residenza di una ricca famiglia ebrea, trasformandola in una sorta di museo dove espone tutte le sue collezioni; ci fa da padrona di casa l'affascinante moglie Mastura che ci mostra una selezione di bellissimi susani.

sabato 11 agosto, 5° giorno
Trasferimento in pullman da Bukhara a Samarcanda. Lungo la strada ci fermiamo per un pasto veloce (spiedino ed anguria) ed una breve visita ai resti di un grande caravanserraglio di Malik Rabat con la vicina cisterna coperta Sardoba. Siamo a Samarcanda alle 15, ci sistemiamo al B&B Zarina, con bel cortile interno ed una minuscola piscina. Visita al mausoleo Guri Amir, dall'interno splendidamente decorato e contenente, tra le altre, la tomba di Tamerlano, costituita da un blocco unico di giada quasi nera. Cena nel bel cortile interno di una grande casa privata. Passeggiata notturna attorno al Registan e fino alla moschea di Bibi-Khanum, illuminata in modo suggestivo.

domenica 12 agosto, 6° giorno
Giornata molto intensa, tantissime cose da visitare. Per primo il maestoso complesso del Registan, costituito da una grande spianata delimitata su tre lati da tre imponenti madrase, tra le più antiche al mondo giunte sino a noi (quasi) intatte; si tratta di edifici maestosi e splendidamente decorati con mattonelle in maiolica, domina il colore turchese (il blu dei turchi!). I numerosi turisti locali, con le donne dai vestiti variopinti, aggiungono colore al colore, con un effetto davvero emozionante. Davanti alla madrasa di Ulugbek arrivano in fila ordinata un bel gruppo di bimbi che si stanno preparando per le elementari che inizieranno il due settembre, accompagnati da mamme orgogliosissime; dentro la madrasa di Ulugbek si affollano intorno ad un vecchio imam che dispensa pensieri (preghiere?) in cambio di qualche offerta. Segue la visita alla moschea di Bibi-Khanum, dal nome della bellissima moglie cinese di Tamerlano che, secondo la leggenda, volle far costruire questo splendido edificio per fare una sorpresa al marito al suo ritorno dalla guerra; peccato che il giovane architetto incaricato alla costruzione s'innamorò di lei, l'imperatore venne a saperlo e per i due amanti non finì bene. Vicino alla moschea si trova il Siob bazar, mercato molto animato dove acquistiamo pane e frutta per il pranzo.
Procediamo con la visita di Shah-i-zinda, complesso di mausolei splendidamente decorati in maiolica; qui vi è una tomba molto venerata dove si crede sia sepolto il cugino di Maometto; Tamerlano ed i suoi successori fecero costruire qui le tombe di famiglia e tuttora l'area è utilizzata come luogo di sepoltura, come testimonia il suggestivo cimitero moderno adiacente al complesso antico. Ci spostiamo un paio di chilometri fuori città dove si trovano i resti di Afrosiab, l'antica Samarcanda, e dove vediamo i resti dell'osservatorio astronomico di Ulugbek, nipote di Tamerlano passato alla storia più come scienziato che come governante. La sera cena in un ristorante con spiedini di pollo stufato, poi un'ultima occhiata al Registan.

lunedì 13 agosto, 7° giorno
Mattina dedicata alla visita dei due asili e della scuola legati al progetto solidale al quale abbiamo contribuito con parte della quota del viaggio. Pranzo con Karaham, piatto con riso, carne ed albicocche. Partiamo i pullman per Tashkent, dove arriviamo dopo 5 ore e 340 Km attraversando un paesaggio pressoché piatto e ricco di coltivazioni: cotone, cereali, meloni e cocomeri a non finire. A pochi chilometri dalla capitale la strada è invasa da una cortina di polvere sollevata da un vento incessante. Alloggiamo allo stesso hotel del primo giorno; cena al "Bonito Kebap", ristorante turco all'aperto. Facciam due passi digestivi nei dintorni dell'albergo ma la zona è morta e torniamo presto.

martedì 14 agosto, 8° giorno
Giornata difficile: la notte sono stato male, un po' per la maledizione di Montezuma, un po' perché la roba mangiata ieri sera non ha voluto saperne di stare al suo posto; per questo motivo non mangio quasi niente per tutto il giorno, in più il caldo è intenso e viaggiamo per quasi 8 ore, con tre soste: su un passo di montagna a 2.200 metri, a Kokand dove si visita l'antico palazzo del sultano e in una località di cui non ho memoria dove si trova un laboratorio nel quale si produce e lavora la seta. A metà pomeriggio siamo a Ferghana dove alloggiamo al bell'hotel "Club 777", dotato di una bella piscina che purtroppo non sfrutto, prediligendola al letto.

mercoledì 15 agosto, 9° giorno
Oggi va decisamente meglio, alle 8 si parte ed attraversiamo la valle di Ferghana, molto verde, ricca di frutteti ma senza particolari suggestioni. Arriviamo al confine Kirghizo verso mezzogiorno e lo attraversiamo senza particolari problemi; scopriamo che da qualche mese il Kirghizistan non richiede più il visto ai cittadini dell'Unione Europea. Nuovo paese, nuovo mezzo e nuova guida: salutiamo Akhram ed incontriamo Bakhshillo, un uzbeko che ci accompagnerà nella parte kirgiza del viaggio. Arrivati ad Osh visitiamo il bellissimo mercato (Jayma Bazar) che ci sembra molto più pittoresco di quelli visti finora in Uzbekistan; il fascino è in parte dovuto ai tratti somatici della maggior parte della popolazione, che ci ricordano come ormai siamo molto vicini alla Cina ed alla Mongolia. Pranziamo in un ristorante nei pressi del bazar, passiamo accanto ad una enorme statua di Lenin, forse una delle più grandi rimaste, poi ci spostiamo ai piedi del Trono di Salomone, una collina rocciosa che si staglia nella pianura ed è ritenuta sacra dai musulmani per la credenza che Maometto si fosse fermato qui a pregare. Sulla parete che guarda la città spunta una bizzarra costruzione in acciaio: è l'ingresso di un museo storico-culturale che troviamo chiuso per mancanza di elettricità.
Alle 18:40 prendiamo un volo interno che in 40 min. ci porta da Osh a Bishkek, la capitale. Sorvoliamo la maestosa catena del Tian-Shan, spettacolare con le sue vette dai 4.000 ai 7.000 metri. Arrivati in città pranziamo in un ristorante rinomato e ci fermiamo per la notte nell'hotel Asia Mountains 2, molto bello.

giovedì 16 agosto, 10° giorno
Il nostro obiettivo di oggi è il lago Son Kul, situato a 3.000 metri sugli altipiani dove i pastori nomadi pascolano i loro greggi durante il periodo estivo. Il percorso è molto lungo, passeremo quasi 10 ore in pullman su strade spesso sterrate, per un totale di circa 400 Km. Ne vale però la pena: il paesaggio varia continuamente, regalandoci vedute incredibili; percorriamo gole formate da torrenti impetuosi, le rocce assumono colori sempre diversi, talvolta appaiono montagne imponenti ammantate di neve.
Prima di iniziare la salita ci fermiamo per pranzo in una casa dove ci viene servito borsh (una zuppa con brodo, carne e verdure), riso plov e tè. Dopo un passo a 3.400 metri avvistiamo finalmente il lago; scendiamo attraverso un paesaggio di verdi praterie ondulate; vicino al lago appaiono grosse mandrie di pecore e cavalli, qua e là spuntano le yurte dei pastori. Passeremo la notte in un piccolo accampamento di iurte a poche centinaia di metri dalla riva del lago, gestito da una famiglia di pastori. Vediamo un tramonto bellissimo in un'aria frizzante che si sta rapidamente raffreddando a mano a mano che il sole si spegne: una sensazione magnifica dopo tanti giorni di caldo davvero estenuante. La cena viene servita in una yurta comune, più grande delle altre; quando usciamo nel freddo pungente (dovremmo essere sui 5 °C) ci sorprende lo spettacolo di una volta celeste così fitta di stelle da togliere il fiato: la via lattea è una striscia irregolare che abbraccia tutto il cielo, le stelle si vedono nitidamente fino a dove il cielo si unisce con la terra e le stelle visibili sono così tante che alcune costellazioni quasi non si distinguono. Entrati nella yurta troviamo la stufa accesa, fa un caldo bestiale ma dopo qualche ora, a fuoco spento, le pesanti coperte dateci in dotazione risultano provvidenziali. Dopo un po' il generatore elettrico usato dai pastori viene spento ed il silenzio diventa totale, sento solo il respiro regolare dei miei compagni ed ogni tanto il raglio di un asino.

venerdì 17 agosto, 11° giorno
Dopo una buona colazione con ottima marmellata, frittelle, pancakes, porridge (riso, latte e zucchero), facciamo una breve (ma faticosa!) escursione fi sulla sommità di una delle colline che dominano il lago: si trovano alcune rocce in basalto nero con alcuni petroglifi risalenti al 500 a.C. Lasciamo l'accampamento verso le 11 e scendiamo attraverso un paesaggio alpino - sembra di essere in Trentino - ricco li larici puntuti. Sosta nel paese di Naryn dove pranziamo in un ristorante con un ottimo langhman, un piatto di tagliolini con carne e verdure, molto saporito. Continuiamo il nostro percorso, diretti verso sud. Anche oggi facciamo circa 300 Km, su strade non sempre belle; arriviamo verso le 17:30 ad un campo di yurte collocato in una valle non molto ampia a poco più di 3.000 metri, sulle rive di un piccolo torrente che si fa strada tra l'erba verdissima; in fondo scorgiamo la sagoma del caravanserraglio di Tash Rabat (XIV sec), al quale andiamo subito a dare un'occhiata dall'esterno: costruzione in pietra scura, dalle torri rotonde, ricca di fascino, ci immaginiamo le carovane di mercanti che trovavano qui rifugio per la notte, al sicuro dai predoni. Penso che a meno di 100 km più in là c'è la Cina...
Cena con zuppa e riso plov, poi la nostra guida ci racconta qualche dettaglio sulla vita dei nomadi e sulle yurte. Anche stanotte le stelle si vedono bene, c'è solo qualche nuvola che di quando in quando le offusca.

sabato 18 agosto, 12° giorno
Mi sveglio un poco prima dell'alba ed esco dalla tenda: nella luce incerta resto incantato da un paesaggio silenzioso da principio del mondo, immutato da millenni, che non dimenticherò facilmente. Sorto il sole la giornata si rivela un po' nuvolosa ma non fredda. Dopo colazione facciamo visita al caravanserraglio, caratterizzato da un'ampia sala centrale con la cupola circolare e da una serie di stanze laterali, più o meno ampie, destinate ad alloggiare uomini e merci; la nostra guida dice che gli animali rimanevano fuori, ma questa cosa mi sembra controversa. Secondo un'ipotesi affascinante questo posto potrebbe essere stato in origine una chiesa Nestoriana.
Ripartiamo, anche oggi ci aspettano circa 200 Km da percorrere. Ci fermiamo per pranzo allo stesso ristorante di ieri (stavolta provo langman in brodo), poi puntiamo a nord-est attraverso gole aspre e strade malconce. Dopo le 16 siamo a Kochkor dove ci sistemiamo in case private. Dopo un po' di pausa ci rechiamo da una famiglia locale dove Fatima, la padrona di casa, gestisce un piccolo museo etnografico con annesso un laboratorio di artigianato dedicato specialmente alla lavorazione del feltro. Assistiamo ad una dimostrazione pratica su come si produce il feltro, poi ci viene servita una cena abbondante all'interno di una grande yurta nel giardino della casa: grissini, una schiacciata fatta con le erbe, pollo in umido con patate. Per concludere ci viene offerto un piccolo spettacolo di musiche tradizionali: colpisce ed emoziona una bambina di 9 anni che, con una tecnica di recitazione molto particolare, propone un piccolo brano tratto dall'infinita epopea di Manas. Manas è una figura leggendaria, assurta dopo l'indipendenza del 1991 ad eroe nazionale kirghizo; i racconti che riguardano lui ed i suoi discendenti compongono una saga sterminata, lunga 20 volte l'Iliade e l'Odissea messe insieme; in origine basata solo su tradizione orale, era affidata a dei cantastorie che impiegavano 3 o 4 giorni per recitarla tutta.

domenica 19 agosto, 13° giorno
Da KochKor andiamo a TokMok dove si trova la Torre Burana, unico superstite di una città fortificata dell'XI secolo. Nel sito sono raccolti petroglifi dal IV sec. a.C. al V sec. d.C., oltre alle suggestive steli in pietra raffiguranti i Balbas, guerrieri turchi del VII sec. Il piccolo museo ha qualche pezzo interessante, come un'urna cristiano-nestoriana ed un paio di bassorilievi buddisti.
Per pranzo ci fermiamo in un locale con tanto di laghi artificiali, statue dorate, una spiaggia con palme di plastica, un cammello piuttosto malinconico ed un mulo dipinto da zebra (sic). Dopo qualche chilometro passiamo a poche decine di metri dal confine con il Kazakistan. Verso le 17 siamo a Bishkek dove alloggiamo al Grand Hotel: mi viene assegnata una delle tre suite Deluxe, enorme ed arredata con gusto... eclettico. Facciamo un breve giro a piedi per la città, con bei giardini ed architetture sovietiche orrende. Cena in un ristorante vicino a quello dell'altro giorno, con spiedini ed insalate varie.

lunedì 20 agosto, 14° giorno
La mattina facciamo un giro a piedi per i monumento più significativi della capitale: piazza della Vittoria, con un'enorme yurta stilizzata che funge da memoriale ai caduti della Seconda Guerra Mondiale; piazza Ala-Too, enorme, con la statua di Manas e la mole imponente del museo statale di storia; il teatro, la statua di Lenin un po' defilata. Pranzo in un ottimo ristorante con zuppa di montone e frutta a volontà. Giro per il ricchissimo mercato, poi ci trasferiamo all'aeroporto. Prendiamo un volo che ci porta a Tashkent in 1h20'; i controlli, in entrambi gli aeroporti, sono piuttosto lunghi. Alloggiamo al solito hotel, dove consumiamo anche l'ultima (...) cena. Sono davvero passati 15 giorni? Se penso all'inizio di questo viaggio, mi sembra lontano un mese. A malincuore salutiamo alcuni dei nostri compagni di viaggio che domattina all'alba hanno il volo per Roma.

martedì 21 agosto, 15° giorno
Visita al museo della storia dei popoli dell'Uzbekistan, davvero molto interessante, specialmente per il periodo pre-islamico che racconta di imperi immensi mai conosciuti in occidente, di curiose contaminazioni tra l'arte ellenistica ed orientale, di culti misteriosi come quello zoroastriano. Pranziamo con un'ottimo riso plov, il migliore sinora provato; alle 14 siamo in aeroporto, alle 17:15 abbiamo il volo che ci riporta dritti a Malpensa. Il volo è piuttosto movimentato per la presenza massiccia di famiglie indiane - dal neonato al vecchissimo nonno sik col turbante - che da Dehli, per risparmiare, vanno in Italia passando da Tashkent.