Balcani

Serbia e Bosnia-Herzegovina

Riepilogo:

Periodo: luglio 2012
Durata: 9 giorni
Mezzo: aereo, auto
Spesa tot: 1.000 Euro
Valuta Serbia: Dinaro (1 Euro = 114 RSD circa)
Valuta Bosnia-Herzegovina: Marco convertibile (1 Euro = 1,95 KM circa)

Galleria fotografica: vedi una selezione su Picasa.

Premessa

Viaggio da lungo atteso nel cuore della ex Jugoslavia, tra Serbia e Bosnia-Herzegovina. Dato il poco tempo a disposizione sarebbe forse stato meglio concentrarsi nella sola Serbia, ricca di molte attrattive (da Belgrado ai monasteri, dai parchi naturali ai villaggi tipici), ma la voglia di vedere Sarajevo ha avuto il sopravvento...

Diario di viaggio

venerdì 6 luglio, 1° giorno
Volo Austrian Airlines Venezia-Belgrado con lunghissimo scalo a Vienna: partito da casa alle 7 del mattino, sono a destinazione alle 18!
Preso possesso dell'appartamento in zona centrale a Belgrado, a due passi dalla zona pedonale, si esce a cena con amici locali su uno dei tanti ristoranti costruiti su una chiatta attraccata in riva al Danubio: specializzato in pesce, come qualità lascia un po' a desiderare. Si sorseggia rakija di vario tipo, sia a cena che più tardi, in un pub in centro.

sabato 7 luglio, 2° giorno
Ci si alza con mooolta calma per poi fare un giro alla cittadella di Kalemegdan, vecchia fortezza che domina il punto dove la Sava confluisce nel Danubio, e lungo l'area pedonale. Con gli amici locali si va a pranzo un po' fuori città, dal famoso Dacio, una kafana (ossia una locanda tipica) molto pittoresca: ci si abbuffa all'inverosimile.
Siesta in appartamento fino al tramonto, poi si esce per un assaggio della tanto decantata vita notturna della capitale: in effetti l'area pedonale in centro brulica di gente, i locali all'aperto sono infiniti e tutti affollatissimi; lo stesso anche nella zona lungo la Sava, dove vecchi magazzini sono stati trasformati in locali di tendenza come l'Iguana, ottima combinazione di bar, ristorante fusion e musica jazz... molto ben frequentato. Si fan le ore piccole.

domenica 8 luglio, 3° giorno
Partenza a metà mattina; passiamo attraverso il parco nazionale di Fruska Gora: siamo nella Voivodina, regione pianeggiante ricca di colture (mais, girasole, viti). Visita a Novi Sad, tranquilla cittadina dalle architetture autro-ungariche sulla riva del Danubio, caratterizzata dalla fortezza di Petrovaradin che ogni estate ospita Exit, kermesse di musica internazionale. Pranziamo in un ristorante in riva al fiume, ai piedi della fortezza: ancora una volta un pasto... impegnativo.
Breve sosta alla cittadina di Sremski Karlovci per visita ad un paio di cantine con relativa degustazione: vini rossi e bianchi di qualità medio-bassa; anche i vitigni autoctoni mancano un po' di carattere; una curiosità è rappresentata dal Bermet, vino fatto fermentare con una miscela segreta di erbe e che può essere usato sia come aperitivo sia come fine pasto. Verso sera si ritorna a Belgrado e per cena torniamo all'Iguana: poca gente rispetto a ieri ma il cibo è davvero ottimo.

lunedì 9 luglio, 4° giorno
Con un'auto presa a noleggio ci dirigiamo ad ovest per poi puntare a sud; per strada facciamo uno spuntino con un burek ripieno di patate, preso in una pekara (panifici). Verso mezzodì passiamo il confine, segnato dalla Sava, ed entriamo in Bosnia-Herzegovina senza alcun intoppo alla dogana. Dopo qualche decina di chilometri il territorio si fa ondulato, la strada si snoda lungo colline boscose. Ad un passo sostiamo in una delle tante baracche, più o meno improvvisate, che lungo la strada offrono da mangiare ai viandanti; prendiamo l'unica cosa che c'è: agnello arrosto, insalata (pomodori e cetrioli) e birra. Siamo gli unici avventori oltre al padrone, un camionista ed un cambiavalute abusivo. Alle pareti della casetta di legno un ritratto di Tito e lo stemma della vecchia Jugoslavia. Dopo Tuzla ci fermiamo lunga la strada per uno spuntino con formaggio e kajmak, burro cagliato buonissimo, per arrivare a Sarajevo nel tardo pomeriggio.
Prendiamo possesso dell'appartamento, poco fuori dal centro storico, quindi si va alla scoperta della città: lunga sosta in uno dei bar dove si fuma il narghilè, nel vecchio quartiere ottomano (Bascarsija); cena alla birreria Pivara, poi giro per la zona pedonale intorno alla via Ferhadjia, animatissima: le vie sono piene di locali affollatissimi, in alcune ci si fa strada a fatica tra la folla, musica tecno-dance a manetta.
E' proprio come molti l'avevano descritta: una città affascina che affascina per la sua commistione di culture: chiese cattoliche, ortodosse e moschee; ragazze col velo e ragazze scosciate, architetture ottomane, asburgiche e sovietiche; una città densa di storia, anche recente e dolorosa, ma tuttora vivissima e giovane; in questi giorni in più ospita il Sarajevo Film Festival, con titoli da tutto il mondo.

martedì 10 luglio, 5° giorno
Visita al Caffè Tito, ad ovest del centro, al palazzo delle Poste ed al mercato Markale, tristemente famoso per due stragi nel 1994-1995 causate da colpi di mortaio Serbi; arriviamo fino fino alla famosa biblioteca, purtroppo ancora completamente chiusa e coperta da ponteggi per la ricostruzione. Pranzo a Bascarsija con Burek e caffè turco. Visita alla Casa Svrzo, vecchia residenza ottomana nel quartiere Bjelave. Tornati in centro vediamo un documentario in concorso al festival: parla di un paese in Turchia abitato da profughi bosniaci arrivati lì a fine '800; commovente la presenza in sala di uno dei protagonisti, un anziano che per la prima volta tornava nella sua terra d'origine. Un altro caffè turco per risvegliarci dalla visione non proprio eccitante, un altro burek in un locale molto... tipico e sosta in un bar con narghilè. Dopo siesta in appartamento, cena al ristorante Avlija, davvero ottimo, a due passi dall'ambasciata Italiana. A spasso per Ferhadjia sempre superaffollata e poi in un cinema per una rassegna di cortometraggi del festival: roba sperimentale, alcuni interessanti ma altri inguardabili!

mercoledì 11 luglio, 6° giorno
Lasciamo Sarajevo diretti ad est. Dopo un paesaggio ondulato, con altipiani ben coltivati, seguiamo la gola di un fiume che dopo un po' si allarga sempre più (un invaso artificiale?) facendosi spazio tra colline aspre e boscose, regalandoci paesaggi suggestivi. Arriviamo a Višegrad, con il magnifico ponte sulla Drina reso famoso dall'omonimo romanzo di Ivo Andrić. Dopo qualche chilometro rientriamo in Serbia; incontriamo il paese di Mokra Gora, dove fortuitamente assistiamo all'arrivo del Šargan 8, treno turistico su una ferrovia storica a scartamento ridotto. Sosta per pranzo al paesino di Sljivovica, con un ottimo piatto di cevapi (piccole salsicce alla griglia) con patatine fritte, insalata e birra. Tra Užice e Čačak visitiamo una serie di monasteri: Blagoveštenie (affrescato), Nikolje (pure affrescato), Jovanje, Uspenje (situato sulla sommità di una collina, domina una doppia ansa del fiume; una monaca ci mostra la piccola chiesa e ci offre acqua e caffè), Preobraženje, Vavedenje. Verso sera arriviamo a Kraljevo, cittadina piuttosto anonima; alloggiamo all'hotel Botika, piuttosto bello, ceniamo in un locale dove ci servono una bistecca arrotolata e farcita che mette a dura prova le nostre capacità digestive: saltiamo persino il dolce!

giovedì 12 luglio, 7° giorno
Dopo una sontuosa colazione con kajmak, marmellata e palacinche (crepes al cioccolato), ci spingiamo a sud, percorrendo la bella valle dell'Ibar ricoperta di boschi, fino allo splendido monastero di Studenica (patrimonio Unesco). Ritornando verso Kraljevo, ci fermiamo ad una capanna costruita sulla ripida sponda del torrente: ci beviamo una birra ascoltando le canzoni del giovane proprietario, che tra l'altro parla benissimo l'inglese. Pochi chilometri più in là, a Maglič, pranzo al ristorante da dove l'imponente fortezza omonima svetta sull'altro lato del fiume. Appena prima di Kraljevo visitiamo il monastero di Žiča, meno suggestivo del precedente ma comunque da vedere, specie per il portale d'accesso al complesso monastico caratterizzato da una volta a botte splendidamente affrescata da una teoria di santi. Ancora più a nord visitiamo un paio di cantine, con relativa degustazione; di sicuro spicca per qualità Alexandrović. Per la notte ci fermiamo in un hotel a Topola, dove si sta svlgendo un'animatissima sagra paesana. Noi siamo un po' stanchi ed optiamo per un tranquillo ma rinomato ristorante in una via secondaria: il Vožd.

venerdì 13 luglio, 8° giorno
Dopo un'abbondante colazione ritorniamo alla cantina Alexandrovic per qualche acquisto, poi ci dirigiamo a nord fino a Smeredevo, con l'imponente fortezza che domina il Danubio. Pranzo molto tardivo (sono le 16) a Bavanište, nella casa di campagna degli amici di Belgrado. Nel tardo pomeriggio ritorniamo all'appartamento dei primi giorni e dopo una siesta usciamo a cena da Reka, rinomato locale sul Danubio apprezzato non tanto per la qualità del cibo (media) ma per la musica e l'atmosfera che si scalda parecchio dopo qualche ora. Il vino bianco scorre a fiumi.

sabato 14 luglio, 9° giorno
Dormo pochissime ore, faccio un giro per il centro alla ricerca di qualche souvenir dell'ultima ora. A mezzogiorno gli amici ci ospitano per una colazione asagerata: pancakes, marmellata, kajmak, formaggio fresco, prosciutto crudo, insalata, Ajvar (salsa a base di peperoni, aglio e melanzane), yoghurt e per finire una porzione mortale di una specie di crema pasticciera. Alle 15 ho il volo di ritorno, sempre con scalo a Vienna.