Montenegro

Riepilogo:

Periodo: luglio 2010
Durata: 8 giorni
Mezzo: aereo, auto
Spesa tot: 1.200 Euro
Valuta: Euro

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Diario di viaggio

sabato 24 luglio, 1° giorno
Nota preliminare sul viaggio aereo: io ho preso il volo Austrian Airlines Venezia-Vienna-Podgorica, non proprio economico (circa 400 Euro); avevo analizzato altre possibilità, ma: il volo su Tivat costringe ad un giro del tipo Venezia-Roma-Belgrado-Tivat, con tempi totali di viaggio (compreso gli scali) di anche 20 ore; il viaggio via traghetto Bari-Bar comportava comunque tempi molto lunghi. Una terza possiblità, che mi è venuta in mente solo dopo, era quella di prendere il volo Roma-Dubrovnik, la quale è a soli 35 Km dal confine. Comunque: arrivato a Vienna, durante la lunga attesa della coincidenza, mi concedo un assaggio di mitteleuropa: birra e gulaschsuppe. Arrivo a Podgorica alle 15. In auto raggiungiamo in un paio d'ore Stoliv, un piccolo paese sulle Bocche di Cattaro; l'albergo Castello di Boca non è il massimo, ma molto economico e la vista sul mare è bellissima. All'imbrunire prendiamo il traghetto da Lepetane a Kamenari e da qui seguiamo la baia fino a Kotor; cena al ritorante Stari Mlini, bello ma esageratamente costoso (cira 55 Euro a testa, un'enormità considerato dove siamo).

domenica 25 luglio, 2° giorno
Si segue la costa per Kotor (Cattaro) fino a Risan; da qui una strada stretta ed accidentata s'inerpica su per la montagna, regalandoci panorami magnifici sulle Bocche; arriviamo fino a Grahovo, una piccola località al centro di un'altipiano; da qui una strada nuova, ma solo parzialmente asfaltata, ci porta a Niksic: prima di arrivare alla città, magnifica vista sul lago Slansko e, pressoun pugno di case in mezzo alla campagna, l'insapettata apparizione di un ponte romano a 5 arcate del III sec. (Most na Mostanici). A Niksic, non molto attraente come città, ci fermiamo ad un chiosco in strada per un hamburger ed una birra. Saliamo al monastero di Ostrog, centro spirituale per gli ortodossi della regione; nonostante l'afflusso notevole di pellegrini e turisti, la strada versa in condizioni pessime, stretta e dissestata. Comunque il monastero superiore si trova in una posizione incredibile, incastonato su una parete rocciosa, e l'ingresso nella piccola grotta che custodisce il santo è suggestivo. Torniamo verso Herceg-Novi e col traghetto torniamo a Stoliv. Cena in un piccolo locale in riva al mare con insalata, pesce fritto ed un vino bianco della casa leggermente amabile, quasi resinato: quando chiediamo di che cosa si tratta, ci rispondono che loro lo chiamano... vino.

lunedì 26 luglio, 3 ° giorno
Oggi seguiamo la costa adriatica puntando decisi a sud: per Kotor passiamo, senza fermarci, per Budva, Sveti Stefan (magnifica la cittadella vista dall'alto) e Bar fino a Ulcinj: qui la maggioranza della popolazione è albanese, si vede qualche minareto e dai chioschi esce profumo di kebab: insomma si respira aria d'Oriente! Raggiungiamo Velika Plaza, spiaggione lungo e relativamente tranquillo che tuttavia non ha particolari attrattive: sembra l'alto Adriatico negli anni '70. Comunque ce ne stiamo un po' qui ad oziare in questo lembo di terra al confine con l'Albania, mangiando kebab e burek e bevend un vino bianco locale. Tentiamo poi di vedere il centro di Ulcinj, ma il traffico è assurdo, le strade sono strette e dopo un po' fuggiamo verso Bar. Da qui saliamo a Stari Bar, la vecchia città fortificata ormai in rovina ma molto affascinante, con i suoi molti palazzi in pietra bianca che un tempo devono essere stati magnifici. Dopo un caffè turco in uno dei bar del piccolo borgo a ridosso della città vecchia, prendiamo la via del ritorno. Sosta a Cattaro (Kotor) per un giro serale nel bellissimo centro storico e cena in un ristorane all'aperto.

martedì 27 luglio, 4 ° giorno
Durante la notte c'è stato un bel temporale con lampi e tuoni, con pioggia a dirotto fino alle 8 del mattino. Quando partiamo però splende il sole e l'aria è piacevolmente fresca. Traghetto Lepetane-Kamenari e da qui a Risan: breve visita ai mosaici romani appartenuti ad una villa romana del II-III sec. Poi a Perast, bel borgo in stile veneziano dove pranziamo con insalata greca e birra al Gafè Giardin, sul lungomare ed ombreggiato di pini e palme. Piccola parentesi sulle birre Montenegrine: la più diffusa (e secondo me anche la migliore) è la Niksicko, chiara o scura, poi c'è la Jelen che però è un po' più amara. Tornati a Kotor seguiamo la strada che sale al monte Lovcen: anche qui la vista è mozzafiato, lo sguardo spazia su tutte le Bocche di Cattaro fino all'Adriatico. Dopo il passo, un altipiano suggestivo costellato di rocce carsiche porta a Niegusi, località famosa per il formaggio ed il prosciutto. Finchè gironzoliamo per i chioschi che vendono le specialità locali incontro un vecchio signore di Cattaro che parla un po' d'italiano e mi spiega che il dialetto veneto è ancora conosciuto tra i più anziani! Nonostante le pesanti nuvole cariche di pioggia, il tempo rimane bello ed arriviamo a Cetinje, dove si respira l'aria un po' decadente da ex capitale, con le sue ville di inizio '900, alcune vecchie sedi di consolati, alcuni casermoni con pesanti architetture comuniste, palazzi e case in stile vagamente austriaco, il bel monastero. Fra una bellissima strada tra boschi si arriva al paese di Rijeka Crnojevica dove, secondo la guida, c'è uno dei migliori ristoranti del Montenegro. Il paese è dominato dal vecchio ponte in pietra, molto bello; per il resto vi è un'incredibile monumento ai caduti di epoca Jugoslava, molte case abbandonate ed un piacevole lungofiume. Anche se siamo vicini all'imbrunire facciamo un bel giro di una mezz'ora lungo il fiume che, poco più in là, sbuca nel lago di Scutari; la superficie dell'acqua è riempita per buoni tratti da enormi distese di ninfee (mai viste così tante), e la zona ospita molti uccelli: aironi cinerini, svassi e altri che non so identificare. Proviamo infine il tanto decantato ristorante che, anche se non presenta una grande scelta, offre piatti di buona qualità ad un prezzo onesto (carpa affumicata, anguilla).

mercoledì 28 luglio, 5 ° giorno
La giornata è dedicata alla ricerca di spiaggie tranquille nella penisola di Lustica, promontorio meridionale che separa le Bocche dall'Adriatico. L'impresa tuttavia non si rivela facile: molti accessi al mare sono privati; molte "spiaggie" sono costituite da pochi metri di ciottoli o da tratti di cemento; le spiagge degne di questo nome sono ghermite all'inverosimile. Comunque la zona è molto bella, costellata di chiesette con cimitero annesso e caratterizzata dalla macchia mediterranea: corbezzoli, lentisco, cipressi, querce... Suggestivo il villaggio di Rose al quale diamo solo un'occhiata di sfuggita perchè non vediamo l'ora di trovare un posto decente dove fare il bagno. alla fine finiamo nella tanto decantata spiaggia di Przno, sen'altro bella ma assiepata di turisti. Qui il turismo è prettamente locale: al 90% serbi e montenegrini, qualche croato, bosniaco e russo, rari europei dell'ovest. Ci consoliamo con un pranzo co zuppa di verdure, cevapi ed ottima birra scura. Ci dirigiamo poi all'Isola dei Fiori (Ostrvo Cvijeca), situata dietro l'aeroporto di Tivat, dove sorge il monastero di San Michele Arcangelo ed un vecchio villaggio turistico ormai parzialmente abbandonato; un paio d'ore di relax in una spiaggia ghiaiosa poco lontano. Cena a Prcani con un buon branzino.

giovedì 29 luglio, 6 ° giorno
Anche oggi la giornata si reannuncia magnifica: l'aria è fresca e le cicale hanno iniziato già dall'alba il loro canto incessante. Dopo colazione raggiungo a piedi il centro di Stoliv e da qui per un ripido sentiero ombreggiato da felci e castagni secolari salgo in 40 minuti a Gornji Stoliv, la parte vecchia del paese. Rimangono poche case intatte, dominate dalla chiesa del '500 dedicata al profeta Elia, ed un pozzo comune. Il resto sono edifici più o meno in rovina, parzialmente invasi dalla vegetazione. Seduto nel cortile di una casa ancora intatta ma abbandonata, sotto una pergola d'uva, col profumo della menta selvatica che ha invaso la bella corte lastricata in petra, con la vista incantata sulla Baia (Perasto in lontananza), avvinto da tanta bellezza ed un po' dalla malinconia del luogo, piango come un bambino. Continuando l'esplorazione dell'abitato, altre sorprese: una piccola cappella ai piedi della chiesa principale; una casa che doveva essere il forno comune per il pane; le mura di una casa che fanno da recinto per un gruppo di capre che mi accolgono curiose. Non scendo per la stessa via dell'andata ma prendo un sentiero che porta a Prcani: la via si mantiene in quota, col mare di un blu intenso molto in basso e tutt'attorno macchia mediterranea: ulivi, rosmarino e salvia. Dopo circa un'ora di cammino le indicazioni spariscono e scendo perciò a caso, finendo tra le case tra Stoliv e Prcani; un bagno ristoratore come premio, poi birrone ed hamburger gigante. Il resto del pomeriggio lo si passa oziando al mare, sul piccolo molo davanti l'albergo. Serata a Kotor con cena di pesce e giro per le suggestive vie del centro storico.

venerdì 30 luglio, 7 ° giorno
Per Budva e Petrovac fino a Virpazar, sul lago di Scutari (Skadar): qui sosta per una birra, poi seguiamo la costa del lago verso sud-est, lungo la strada del vino. La strada è stretta, piena di curve e a tratti accidentata, ma regala panorami mozzafiato sul lago, le cui acque sono ricoperte di ninfee per chilometri; vicino alle sponde sorgono decine di isole ed isolotti, su molti dei quali sorge un monastero. La strada serpeggia infinita, ogni tanto un cartello ed un viottolo indicano presenze di località con poche case; incrociamo in due ore non più di 2 o tre auto di contadini carichi di cipoll. Ci spingiamo fino a Murici scendendo per una strada ripida e malmessa: un pugno di case intorno ad una moschea; finiamo proprio vicino a questa, in un piccolo slargo dove un macchinone targato New York (!) carico di uomini di varie età e col copricapo da preghiera musulmano cerca di far manovra. Noi facciamo dietro-front perchè la strada si fa sempre più malridotta e non si capisce bene dove finisca. Tornati sui nostri passi ci fermiamo all'incrocio che porta al piccolo borgo di Godinje, dove una piccola insegna promette una cucina casalinga: niente di più azzeccato, perchèci aspetta il pranzo più pittoresco del viaggio: un'anziana e corpulenta signora ci fa acomodare sui tavolini all'aperto con birra ghiacciata, mentre all'interno lei ci prepara il pranzo: zuppa di verdure, insalata e un'ottima carpa marinata; da bere il vino che dice di fare lei stessa, potente e quasi liquoroso; per finire ovviamente caffè alla turca. Rinfrancati anma e corpo da questa esperienza, approfittiamo del fatto che siamo nella regione vinicola del Montenegro; oltre all'azienda Plantaze, che detiene il monopolio della produzione e distribuzione in tutto il paese, qui si trova una serie di piccoli produttori a conduzione familiare che producono pochi ettolitri e vendono come ossono ciò che non consumano. Saliamo perciò a Godinje, località in parte abbandonata ed u tempo abitata da un'unica famiglia; ci fermiamo da un signore di mezz'età, in pensione, che ci porta in cantina, spilla un mezzo litro di rosso e ce lo fa assaggiare con calma sotto una pergola d'uva di fronte a casa. Nonostante le difficoltà linguistiche (lui parla solo serbo-croato, noi solo qualche parola di russo), cerca di far conversazione e discutiamo sul fatto che: un aio di giocatori della Roma sono montenegrini; la regina Elena di Montenegro sposò Vittorio Emanuele III; Berlusconi è noto anche qui per le sue belle azioni; forchetta si dice piròn, come in veneto! Torniamo alla base all'imbrunire. Un bagno nelle acque placide della baia, lasciandosi andare alla deriva guardando le montagne incombenti, mi dona una calma assoluta. Prendiamo il solito traghetto e ceniamo al ristorante Catovica Mlini a Morinj, che come qualità sale decisamente al primo posto nella classifica di questo viaggio.

sabato 31 luglio, 8 ° giorno
Lascio Stoliv sotto una pioggerellina leggera, le montagne che circondano la baia sono gravate da nuvole grigie che rendono il paesaggio molto diverso da quello soleggiato, ma sempre suggestivo. Prendiamo la strada che da Budva va a Cetinje, dove ci fermiamo per il pranzo sotto una pioggia battente; si continua fino alla capitale dove m'aspetta il volo di ritorno (stessa tratta Podgorica-Vienna-Venezia).