Cina
Riepilogo
Periodo: agosto 2006
Durata: 22 giorni
Mezzo: aereo, auto, autobus, minibus, taxi, ecc.
Spesa tot: 2.500 Euro
Valuta: Yuan (circa 0,10 Euro)
Premessa
Questo viaggio, il primo per noi in Cina, si è concentrato
essenzialmente sulle regioni della fascia centrale del paese,
tralasciando quindi le sterminate regioni occidentali e la zona
costiera orientale.
Dopo alcuni giorni spesi a Pechino quindi, siamo stati nella regione
dello Shānxī (con Datong, Táihuái e Pingyao), dello Shaanxi (con Xi'an), del
Guìzhōu (con Kaili) e del Guǎngxī (con Yangshuo); le ultime due
regioni sono ricche di minoranze etniche.
Viste le enormi distanze ed essendo il tempo a nostra disposizione
relativamente limitato, si è scelto di usare l'aereo per le
tratte più lunghe: da Xi'an a Guiyang, da Guiyang a Guilin
(questa tratta sarebbe stata molto interessante in auto ma avrebbe
richiesto molto tempo), da Guilin a Pechino.
Trovate una selezione di foto del viaggio nel mio album su Picasa.
Diario di viaggio
11 agosto, 1° giorno
Partenza da Verona. A Vienna con un bimotore ad elica dell'Air Dolomiti
(1 ora circa). Con Austrian Airlines fino a Pechino (circa 10 ore),
passando per Mosca, gli Urali e la Mongolia.
12 agosto, 2° giorno
Arrivati a Pechino, prendiamo
un taxi per l'hotel. Nel tragitto stupisce la quantità di
grattacieli e palazzi nuovi o in fase di costruzione. Il tempo è
coperto, c'è un caldo reso opprimente dall'umidità e,
probabilmente, anche da una gran quantità di smog. Siamo
all'hotel Jianguo
Qianmen, a sud-est di P.zza Tiananmen. Raggiungiamo a piedi
la famosa piazza, attraversando vicoli brulicanti e pittoreschi, non
ancora rasi al suolo dall'ondata di rinnovo che investe la capitale.
Quando arriviamo alla piazza inizia a far buio, vaghiamo per l'enorme
spianata fino alla cerimonia dell'ammaina bandiera di fronte all'enorme
ritratto di Mao. Ritorno all'hotel in taxi e qui cena a buffet
(spiedini di montone e maiale, anatra laccata, pesce fritto, riso,
pollo arrosto, ecc.). Prima di andare a letto ci concediamo un te ad
una Tea House vicino al nostro hotel: la preparazione del te nero
è elaborata ed affascinante.
13 agosto, 3° giorno
Sveglia di buon'ora e partenza alle 07:30 per la Grande Muraglia! Con
un'auto noleggiata attraverso un'agenzia presente nel ns. albergo,
arriviamo a Simatai, a circa
120 Km dalla capitale, in circa 3 ore. Il tempo non è dei
migliori, pioviggina quasi sempre, ma con la cerata si riesce a girare
un po'. A parte alcuni venditori di souvenir particolarmente
insistenti, il posto è poco affollato; la funivia che porta in
cima ad una collina è ferme per il maltempo, così andiamo
a piedi fino alla muraglia e passiamo per 4 torri: la salita è a
tratti molto ripida, ed alcuni tratti sono insidiosi per gli scalini
resi viscidi dalla pioggia. Il paesaggio è comunque
affascinante, con la muraglia che si snoda lungo la dorsale delle
colline. A causa della pioggia tuttavia ci fermiamo solo qualche ora,
poi torniamo verso Pechino. Per strada ci fermiamo per una bistecca in
un grande hotel a Miyùn. Ripresa la strada, troviamo un ingorgo
enorme causato da un tamponamento a catena: il viaggio dura più
di 4 ore! Giro notturno per shopping a Sanlitun, un quartiere
commerciale e di divertimenti dove sta nascendo un complesso
avvenieristico progettato da un team internazionale di architetti. Poco
distante ceniamo al Xiao Wang, ristorante famoso per la sua anatra alla
pechinese che purtroppo, quando arriviamo noi è già
finita! Arrivare dopo le 20 a cena è infatti un po' rischioso,
nel senso che si rischia di trovare solo avanzi. Mangiamo comunque
bene, con tofu, fritto, zuppa di riso, montone piccante con coriandolo,
e la famosa birra Tsingtao; il tutto per meno di 4 Euro a testa.
14 agosto, 4° giorno
Visita alla Città
Proibita: anche se i due padiglioni più
grandi sono interamente ricoperti dai ponteggi per il restauro, il
complesso è grandioso ed enorme. Se la parte un tempo riservata
alle cerimonie pubbliche stupisce per la grandiosità delle
architetture, quella dedicata alle zone private dell'imperatore e della
sua famiglia è più suggestiva, con numerosi cortili
interni ed incantevoli giardini di cipressi e pietre. Per vedere tutto
il complesso con tranquillità, anche saltando le parti museali
(che pure sarebbero interessanti), ci vorrebbe un'intera giornata. Noi
usciamo verso le 14 ed andiamo al Tempio dei Lama, fermandoci prima a
pranzare in un ristorante lì vicino (ravioli di manzo e verdure,
riso con verdure, birra; 1,5 Euro a testa). Il tempio è molto
bello. A cena si va ancora al Xiao Wang: anatra alla pechinese
(squisita), costolette di maiale fritte ed impanate accompagnate da
sale pepato, birra e liquore a base di mais (in tutto 6 Euro a testa).
Prima di rientrare passiamo in un Internet Bar per controllare la posta.
15 agosto, 5° giorno
Oggi è il primo giorno che vediamo Pechino con il sole; fa
piuttosto caldo (30°) ma è meno afoso del primo giorno.
Visita al complesso del Tempio del Cielo, i cui giardini (parco
Tiantan) sono
vastissimi; un po' ovunque si trovano persone che si esercitano in arti
marziali, canto e musica (specialmente con uno strano flauto a tre
canne). I monumenti sono splendidi: anche se la Celeste Volta Imperiale
ed il Muro dell'Eco sono chiusi per restauri, il Palazzo della
Preghiera del Buon Raccolto, circolare, è appena stato rimesso a
nuovo e toglie il fiato. Pranzo in un supermercato con
tagliolini, salsiccia ed una specie di fagottino alle verdure. In taxi
fino alla Western Station, monumentale ed affollatissima stazione
ferroviaria, dove prendiamo il treno per Datong:
viaggiamo in cuccette e ci mettiamo 5 ore e mezzo. Arriviamo la sera ed
all'ufficio del CITS prenotiamo una visita guidata per domani. Cena in
un ristorante di fronte alla stazione: carne arrostita con cipolla,
riso alla cantonese e birra (1,5 Euro a testa). Alloggiamo al Datong
Hongan International Hotel (4 stelle, 400Y a camera); la mia camera ha
la sauna e l'idromassaggio!
16 agosto, 6° giorno
Con un minuscolo minibus una guida ci porta alle celebri grotte di
Yungang (40 min.), con un numero impressionante di statue e
bassorilievi buddisti; con altre 2 ore di strada andiamo poi al
monastero sospeso, dove prima pranziamo con 15Y a testa (pollo, maiale,
carne lessa, fagiolini, melanzane peperoni), poi visitiamo
l'incredibile sito abbarbicato a metà di un'alta parete
rocciosa. Verso le 18 siamo di ritorno a Datong. Cena in quello che la
Lonely Planet definisce il miglio ristorante della città, che in
effetti non è male: anatra affumicata, pancetta avvolta da
verdure, ravioli alle zucchine.
17 agosto, 7° giorno
Autobus per Táihuái: partenza
alle 08:30 dalla stazione degli autobus; il biglietto costa 60Y ed il
viaggio dura 4 ore. Alloggiamo in un hotel prenotato ieri dal CITS di
Datong, il Jin Jie Shan Zhuang, con 200Y a camera, la cui
qualità lascia un po' a desiderare (il sacco lenzuolo torna
utile). Il luogo comunque merita una visita: siamo ai piedi del Wutai
Shan, monte sacro ai buddisti, nei dintorni vi sono decine di monasteri
ed il paese brulica di monaci vestini secondo fogge diverse, molti dei
quali sono qui in pellegrinaggio. Impariamo che quelli con la tunica
porpora od ocra sono buddisti tibetani, mentre quelli in grigio sono
buddisti cinesi, che riconoscono un Dalali Lama diverso dai tibetani.
Visitiamo 2 monasteri vicini al centro: il tempio Guangren ed il tempio
Xiangton, entrambi molto belli. Ceniamo in un ristorante un po'
dismesso. Un po' più in là ci aggiriamo in un suggestivo
coacervo di bancarelle che cucinano un po' di tutto: ravioli,
tagliolini fatti al momento, spiedini di carne, verdure alla griglia,
focacce ripiene, teste e zampe di maiale bollite, zuppe con ingredienti
più o meno identificabili, ecc.
18 agosto, 8° giorno
Colazione in un ristorante con caffè (solubile ma piuttosto buono)
ed ottime trecce di pasta fritta.
Gli Internet Bar si trovano quasi in ogni città e paese, e
pullulano di teen-ager che usano il PC per giocare, ma anche (e
soprattutto) per chat e per vedere film on-line. Le postazioni sono
sempre multimediali. Il più pittoresco è stato questo
di Táihuái, ricavato in una stanza malconcia dove
giovani monaci buddisti chattano e giocano a Doom.
Visita al tempio Tayuan, dal grande stupa bianco; poi in uno a cui si
accede attraverso un corridoio che improvvisamente si apre sul cortile
principale, affollato di gente che assiste ad una rappresentazione
teatrale tradizionale: la folla eterogenea di spettatori (siamo
praticamente gli unici occidentali), il profumo d'incenso che si spande
in ampie volute e la musica tradizionale ci catturano tutti i sensi e
rendono il tutto molto suggestivo; vediamo infine il tempio Luohou,
semideserto, con un grande fiore di loto che di apre meccanicamente e
rivela al suo interno una statua del Buddah. Pranziamo con pane e tonno
sulla scalinata ombreggiata che porta ad un altro tempio, attirando la
curiosità di turisti (orientali) e monaci; uno di loro si siede
con noi a chiacchierare. Tramite il CITS locale prendiamo l'autobus per
Tayuan, a 70Y a testa. Il viaggio non è proprio comodo:
l'autobus è piccolo, stretto e riempito all'inverosimile, e per
la strada incontriamo numerosi cantieri; quasi tutti
mangiano, molti fumano; al posto delle previste 4 ore ce ne mettiamo 5
e mezzo. Fortunatamente una ragazza giovane che viaggia nel nostro
autobus conosce l'inglese, scende con noi a Tayuan e qui ci trova un
taxi, cosa non facile alle 10 di sera, che per 250Y ci porta a
Pingyao.
Alloggiamo all'hotel Yide, situato nel centro storico in una
tradizionale casa a corte recentemente ristrutturata: splendido. Per
250Y abbiamo una camera doppia arredata in stile con mobili in legno; i
muri sono in parte in muratura, in parte in legno; il bagno è in
mattoni neri ed il pavimento in pietre grigie; anche la cucina è
buona, come possiamo sperimentare a cena: prendiamo manzo con patate
(piatto tipico di qui), melanzane con coriandolo fresco, tagliolini con
verdure.
19 agosto, 9° giorno
Colazione in hotel. Giro per la città: acquistiamo un biglietto
cumulativo che con 150Y permette di vedere numerosi siti storici;
vediamo varie case a corte nobiliari, una scuola di arti marziali dove
un maetro sta allenando giovani allievi, un tempio taoista. Dopo pranzo
saliamo sulle mura e percorriamo tutta la parte sud-est; visita alla
residenza del governatore, davvero imponente, dai numerosi cortili, bei
giardini ed un'infinità di locali. Cena in un ristorante con
ravioli di verdure, pollo alle arachidi, carpa arrosto con verdure
(squisita). La città di notte è molto bella, specialmente
quando, dopo le 21 si placa il viavai incessante dei risciò a
motore; ovunque occhieggiano le lanterne rosse (il celebre film di
Zhang Yimou è stato girato in una casa non lontano da qui).
20 agosto, 10° giorno
Con un risciò a motore elettrico andiamo (molto lentamente) al
tempio buddista di Shuanglin, qualche chilometro fuori città,
celebre per le coloratissime sculture in legno, che avrebbero un gran
bisogno di un restauro. Rientrati a Pingyao visitiamo il tempio
confuciano ed un secondo tempio taoista, che contiene statue
raccapriccianti su quello che potrebbe essere un equivalente
dell'inferno cristiano: uomini che subiscono torture innominabili da
demoni orribili. Si pranza con maiale con funghi, melanzane con
pomodori, peperoni piccanti, tagliolini con verdure. La direttrice del
nostro albergo è gentilissima: si fa in quattro per procurarci i
biglietti del treno, ci paga il taxi per la stazione, ci regala una
scorta di acqua minerale! Lo Yide hotel è caldamente
consigliato! Uscendo dagli stretti vicoli del paese il taxi si
incidenta con un risciò a motore: dopo qualche discussione, il
tassista carica con noi l'altro autista, ed alla stazione ferroviaria
li lasciamo a litigare. Prendiamo il treno alle 19:40; abbiamo uno
scompartimento con le cuccette.
21 agosto, 11° giorno
La cinese che occupava la quarta cuccetta del nostro scompartimento ha
russato copiosamente per tutta la notte, per cui abbiamo dormito
pochissimo. Arriviamo alle 6:30 a Xi'an;
siamo al Fukai, un bell'hotel a 4 stelle all'interno delle mura
storiche (388Y a camera), dove fortunatamente mettono subito la camera
a disposizione: ci fiondiamo a letto fino alle 10 per recuperare il
sonno perduto. Il resto della mattinata lo spendiamo a prelevare
contante e prenotare i biglietti aerei per le 3 tratte interne che
abbiamo previsto di fare al posto di eterni spostamenti in treno od
autobus. Pranzo in un self-service di un grande centro commerciale di 8
piani presso la Bell Tower. Giro al quartiere musulmano e visita alla
Grande Moschea. Verso le 18 rientro in albergo e ci resto perchè sono
debilitato da qualche problema intestinale...
22 agosto, 12° giorno
Mattina passata tra Internet bar, prelievo contanti ed acquisto dei
biglietti aerei. Anche oggi me ne sto in camera per buona parte del
pomeriggio, mentre gli altri visitano la Pagoda della Grande Oca. Ad una certa ora
me ne vado in giro per le strade piene di negozi non lontano
dall'albergo; moltissimi i negozi di abbigliamento alla moda (spec.
italiana o che la imitano), ma basta svoltare in un vicolo per
inoltrarsi in un altro mondo: al posto di sfavillanti vetrine di stile
occidentale trovo prima decine di bancarelle di frutta secca e candita,
per poi passare ad un mercato del pesce, con una varietà enorme
di pesci, molluschi, crostacei, rane, ecc. tra liquami vari.
Sconsigliato agli stomaci deboli. Molto più che nei piccoli
paesi spicca qui la presenza di mendicanti: storpi e piagati, bambine
di 4 o 5 anni che fanno le contorsioniste in mezzo al marciapiede, tra
l'indifferenza generale. A cena si va in un ristorante consigliato
dalla Lonely: pollo fritto, montone al curry, melanzane. Proviamo anche
un vino ma risulta deludente. Un aneddoto che dimostra i contrasti di
queste città in rapidissimo sviluppo: davanti ad una discoteca
arriva una lussuosa BMW con vetri scuri ed autista: le guardie del
locale scacciano degli ambulanti di fronte all'ingresso per far
parcheggiare il macchinone, dal quale scendono 2 ragazzine adolescenti
che si trovano con gli amichetti, tutti griffati.
23 agosto, 13° giorno
Assieme a Cici Chao, una ragazza minuta di 24 anni che ci farà
da guida per oggi, andiamo in auto prima al sito del famoso esercito di
terracotta, poi al mausoleo dell'imperatore Han Yangling, non meno
suggestivo del primo, dove museo e scavi sono aperti al pubblico solo
da aprile di quest'anno. Infine, dopo un breve pasto con tagliolini in
brodo, facciamo un giro rapidissimo al museo di storia dello Shaanxi, che
spazia dalla preistoria a fine '800: contiene pezzi bellissimi e
meriterebbe una mezza giornata. La sera a zonzo dalle parti della Bell
Tower, e per cena ripieghiamo vergognosamente da Pizza Hut (ma
sarà l'unica volta!).
24 agosto, 14° giorno
In auto fino all'aeroporto (1 ora circa); volo fino a Guiyang con la Hainan Airlines (950Y, 1h40'). Da Guiyang a Kaili in taxi (500Y contrattando): 2 ore, 190 Km. Per strada il paesaggio
è molto bello: colline coperte di boschi, strette valli
terrazzate e piantate a riso, belle case in legno con le pannocchie
appese fuori al sole. La temperatura è più mite del
previsto: 25°C. Siamo all'hotel Guo Tai (3 stelle, 180Y a camera).
Pranziamo verso le 15:30 in un locale all'ultimo piano di un grande
magazzino: parte del personale, che sta dormendo sui tavoli, si sveglia
e ci prepara qualcosa. In questa città del sud gli occidentali
sono pochissimi, e la difficoltà nel comunicare aumenta: a cena
ad esempio ordiniamo qualcosa con molta fatica. A differenza delle
altre località visitate sinora, a Kaili i locali dove mangiare
quasi non si trovano, perlomeno nella zona dove stiamo; le bancarelle
per strada invece sono omnipresenti. Per le strade si incontrano
numerosi contadini che, magari a piedi, arrivano da lontano portando in
città qualcosa da vendere: 2 ceste di patate o di frutta, un
sacco di riso, ecc. Davanti al nostro hotel la sera stazionano alcune
donne di etnia Miao che vendono oggetti d'argento e stoffe ricamate,
tipiche della loro tradizione. Città anche questa dai forti
contrasti, dove convivono bancarelle di stracci e negozi monomarca di
Adidas o Nike.
25 agosto, 15° giorno
Verso le 10 incontriamo Louisa, una ragazza Miao di 18 anni che assieme
ad un autista spericolato ci accompagnerà per due giorni alla
scoperta della regione. I dintorni di Kaili sono splendidi: costeggiamo
un fiume che si inoltra in una valle tra risaie coltivate a terrazzo e
boschi di larici (cedri?). Visitiamo in successione i villaggi di Nanhua,
dove veniamo accolti da ragazze in sontuosi costumi tradizionali che ci
offrono grappa di riso come benvenuto (ovviamente tutti i visitatori
bevono dalla stessa ciotola!), ed assistiamo ad uno spettacolo
di danze e musiche folkloristiche. Segue il villaggio di Langde,
dove pranziamo a casa di una famiglia del posto, nelle tipiche case di
legno a 3 piani: stalla al piano terra, abitazione al primo piano e
granaio nel sottotetto. Ci preparano al momento ogni genere di cibarie:
tofu con salsa piccantissima, frittata con pomodori, carne di manzo con
verdure, miso con verdure, grappa di riso finale. In questa stagione il
riso sta maturando, il mais è stato raccolto e al di fuori di
ogni casa sono appese al sole pannocchie legate in trecce. Segue il
villaggio di Jidao, dove
un'anziana signora con nipote in spalla ci parla a lungo, e in un'altra
casa una nonna sta accudendo ad un bambino di 5 mesi, mentre altre 2
bambine ci guardano divertite. Nella zona i turisti non devono essere
molto frequenti, la gente ci accoglie sorridente ed incuriosita.
L'ultimo villaggio è Huai Eng.
Sulla strada del ritorno ci fermiamo incantati in un campo di fiori di
loto. Tornati a kaili ci fermiamo prima in un mercatino
dell'artigianato locale, poi a casa di un'amica di Louisa che ci mostra
una quantità infinita di stoffe ricamate ed abiti tipici. Cena
con Louisa in un ristorante Dong, altra etnia locale: manzo e peperoni,
minestra di riso, gallina lessa, tofu piccante, melanzane, zuppa di
verdure, coste con peperconcino piccante, riso giallo.
26 agosto, 16° giorno
Un altro giro alla scoperta di minoranze etniche: prima al villaggio di Shi Baizhai, dove risiede la minoranza Xi, e dove una signora indossa per noi il costume tradizionale. Poi al villaggio di Matang,
dove riside l'etnia Geija, famosi per i loro batik (e dove sembra sia
nata in origine questa tecnica). L'emporio che espone un gran numero di
stoffe ha una stanza foderata da manifesti risalenti alla rivoluzione
culturale, e in un'altra presenta una teoria di padri del comunismo:
Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao... La proprietaria ci mostra il
processo di tessitura, tintura e decorazione delle stoffe. Tutti i
colori sembrano rigorosamente naturali. La strada che porta ai due
villaggi è piuttosto impervia e mette alla prova
l'abilità del nostro autista. Ritornati a Kaili pranziamo in un
ristorante Miao: zuppa di pesce in agrodolce, purè di patate con
erbe, carne di maiale, riso con arachidi, erbe e carne affumicata (26Y
a testa). Dopo un riposino pomeridiano, troviamo un posto per un
massaggio cinese, quindi cena frugale in un fast food cinese.
27 agosto, 17° giorno
Episodio curioso: ogni mattina dal nostro albergo si sente in strada
una musica con una voce registrata che scandisce delle parole a ritmi
variabili; scopro di che si tratta: è la ginnastica che i
dipendenti di un grande magazzino eseguono sul marciapiede di fronte
pirma di iniziare a lavorare. Abbiamo già visto cose del genere:
una truppa di guardie private che esegue una lunga cerimonia con armi
immaginarie prima di prender posto di frone ad un teatro a Xi'an;
l'equipe di un ristorante a Kaili che urla slogan prima di iniziare il
lavoro; lo stesso con lo staff di un salone di parrucchiere, sempre a
Kaili.
Spendiamo la mattina nel famoso mercato domenicale di Kaili, che in
effetti si rivela molto interessante: si sviluppa lungo numerose vie e
vicoli della città vecchia, che conservano ancora le case in
legno dal tetto in tegole nere, ed è suddiviso in zone
tematiche: chincaglieria, barbieri, dentisti, abbigliamento, granaglie,
sete, bambù e legno, carbone, frutta, carne, ferramenta, ecc.
Pranziamo in un ristorante consigliatoci da Louisa: non male,
specialmente un brodo di pollo con verdure e frittata. Alle 16
l'autista che ci ha accompagnato in questi giorni ci porta
all'aereoporto, portando in gita per l'occasione anche la moglie e il figlio. Volo alle 20:20 per Guiling,
con la Xiamen Airlines (meno di un'ora). In taxi arriviamo
all'Osmanthus Flower Hotel (3 stelle, 180Y a camera). Cena in
ristorante senza pretese (un fast food alla cinese) nelle vicinanze.
28 agosto, 18° giorno
Colazione con banane e biscotti acquistati per strada, dato che al ns.
ristorante non sanno nemmeno la colazione cosa sia. La città,
almeno a giudicare dalla zona nella quale ci troviamo, non sembra un
granchè: Kaili era più pulita. Con una guida locale
trovata via Internet, Jade Leo, iniziamo un tour a bordo di un
minuscolo pulmino, in direzione di Longsheng. Passiamo per il villaggio
di Huanglo, di etnia Yao, le cui donne sono famose per i lunghissimi capelli
raccolti in elaborate acconciature: veniamo presi d'assalto dalle donne
suddette, che vendono souvenir e si fanno fotografare (a pagamento) coi
capelli sciolti. Fuggiamo ed arriviamo alla zona di Longji,
caratterizzata dalle colline terazzate e coltivate a riso; escursione a
piedi fino al villaggio di Ping'an,
di etnia Zhuang, situato in magnifica posizione. La vegetazione
è
lussureggiante e molto varia; predomina il tasso ed il bambù;
oltre al riso si coltivano patate dolci ed un tubero dalle grandi
foglie. Il clima è caldo umido, siamo sui 35°C. Pranzo con
specialità locali: gallina in brodo servita in un recipiente di
bambù,
riso cotto alla brace dentro canne di bambù, manzo con patate,
carne con germogli di
bambù. Squisito. Anche Leo, la guida, apprezza e continua a
ripetere che il pollo di campagna è più saporito di
quello di città... Sulla strada del ritorno facciamo sosta a
Guilin per
acquitare e degustare tè della zona. Con un viaggio lungo 4 ore
(potevano essere forse 2 e mezzo, ma la signora autista all'aumentare
del buio guidava sempre più piano) arriviamo col buio pesto a Yangshuo:
l'impatto col paese è piuttosto deludente, vuoi per la
stanchezza, vuoi per l'albergo mediocre che, pur essendo un 4 stelle
(New West Street Hotel, 260Y a camera), è quasi peggio di quello
di ieri, vuoi per l'assembramento di bancarelle ed agenzie turistiche
che rendono l'ambiente non proprio tranquillo e fanno rimpiangere i
giorni passati. Cena non memorabile con anatra alla birra, maiale con
patate ed altro; il paese sembra una fiera del turista, con locali
stile occidentali pieni di musica chiassosa.
29 agosto, 19° giorno
La giornata di oggi, ora che siamo riposati, si presenta meglio di ieri
sera. Colazione in un bar della via centrale. Ci spostiamo in un hotel
che cia aveva consigliato ieri la nostra guida: il Magnolia,
decisamente migliore del precedente e più economico (200Y a
camera); arredato con stile minimalista e con gusto, è anche a
due passi dalla via principale, dove sono concentrati i locali e negozi
migliori. Poichè caldo e stanchezza si fanno sentire, passiamo
gran parte del giorno a riposare e fare shopping. Pranziamo in un bel
locale con riso alle verdure, anatra arrosto e in brodo. Verso le 17
facciamo un giro di circa un'ora al villaggio di pescatori di Fu Li, con
una barca a nostra disposizione; il villaggio non presenta alcuna
attrattiva, ma l'escursione in barca tra i picchi rocciosi e le rive
costellate di bambù e bufali al bagno è incantevole.
Ceniamo al Susanna's, dove si prova la famosa anatra ubriaca (cotta nel
vino) e pollo cotto nel bambù. In questi ultimi due giorni la
quasi totale assenza di cibi piccanti è un sollievo per i nostri
stomaci un po' provati.
30 agosto, 20° giorno
Partenza alle 06:30 per un crociera sul fiume Li: siamo davanti
all'albergo, in orario, ma non si vede né taxi né
pulmino. Svegliamo, con l'aiuto del portiere di notte, con il quale non
si riesce a scambiare una parola, una delle brave e simpatiche
receptionist, che risolve la situazione: chiama l'autobus già
partito e lo blocca per strada, ci accompagnana di corsa lungo la
strada fino a trovare due moto-taxi su cui saliamo (io da solo e i miei
amici in due!) per un veloce inseguimento fino al ponte, da qui in
autobus fino a Xing Ping (5,5Y); da qui in barca verso Yangshuo e ritorno (durata 1h30', costo
50Y): in barca siamo in 5 turisti, il giro è spettacolare. Alle
11 facciamo ritorno in autobus a Yangshuo. Riposino e pranzo da
Susanna's con anatra all'arancio (33Y a testa). Nel pomeriggio si va a
zonzo per negozi. Passeggiando sul lungofiume incontro un gruppo di
giovani studentesse che vogliono far pratica d'Inglese; non fosse
perchè domattina partiamo, m'avrebbero invitato alla loro scuola
per parlare del nostro paese! Cena con anatra arrosto, patate e
tagliolini con verdure (30Y a testa) al Lisa's Cafè.
31 agosto, 21° giorno
Taxi fino a Guilin (1h30', 200Y) e da qui in aereo fino a Pechino (circa 3 ore) con Air China. Alloggiamo allo Yu Yang Hotel (4 stelle,
458Y a camera): nonostante sia uno degli alberghi più costosi
incontrati sinora e la sontuosità della hall, le stanze non sono
migliori di altri 3 stelle provati; la nostra stanza è al
23° piano. Giro per gli hutong, superstiti dei vecchi quartieri
intorno alla città proibita; dopo averli fatti radere al suolo
quasi tutti per far posto a enormi edifici moderni, il governo si sta
rendendo conto (forse) del valore storico della zona, anche se vediamo
che gli edifici in ristrutturazione sono soprattutto destinati a
diventare bar, locali in stile occidentale, piccoli alberghi, ecc.,
snaturando così il carattere popolare della zona. Con un po' di
difficoltà, quando è ormai buio, troviamo il Tiandi
Theatre, dove assistiamo allo spettacolo del China National Acrobatic
Trupe, un gruppo di giovanissimi acrobati e giocolieri che si esibisce
in coreografie spesso originali. Cena in zona Sanlitun al solito (!)
ristorante: anatra arrosto, costine di maiale fritte; brindisi di fine
viaggio con un Cabernet Sauvignon "Great Wall" del '96.
1°settembre, 22° giorno
Facciamo un giro a curiosare all'Oriental Plaza, definito dalla Lonely
"il più grande dell'Asia". Ci vorrebbero ore, ma dobbiamo
scappare all'aereoporto. Dopo un lungo viaggio in taxi (circa 1 ora -
per uscire dalla città il traffico è sempre caotico), ed
una lunga coda per il check-in ed i controlli di sicurezza,
c'imbarchiamo per il ritorno: partenza ore 14:30; siamo a Vienna alle 18:10 e a Verona alle 21:30.