Yemen
Riepilogo
Durata: 16 giorni
Mezzo: aereo + fuoristrada
Spesa tot: 2.299.000 (di cui 1.955.000 di aereo+auto)
Km percorsi: ???
Valuta: Ryal Yemenita (YR) = 11 Lit. ca.
Diario
mercoledì 13 marzo, 1° giorno
Partenza da Venezia alle 10:50. Da Roma aereo alle 15. In 4 ore ad
Hamman (Giordania), ora locale 20. Aereo alle 22:45 e arrivo a San'a
in 3 ore (02:50 locali).
Alloggio al funduk "Al Gasmi" (camera tripla: 3.000YR), nella città
vecchia, dove arriviamo con un taxi che ci aspettava all'aeroporto.
Le strade, deserte e piene di rifiuti, sono battute da torme di cani
randagi: un salto indietro nel tempo. Alle 4:30 siamo a letto.
giovedì 14 marzo, 2° giorno
Sveglia alle 8. Saliamo sulla terrazza del funduk e la prima vista
della città è strabiliante, tutta ocra e dalle decine
di minareti! A zonzo per il vecchio suq, entrati anche in un Samsara:
da un tetto vediamo una stalla pensile! Mangiamo per strada i nostri
panini ocidentali circondati da bambini curiosi. Prendiamo il tè
su una terrazza che dà sulla piazza della porta principale della
città vecchia. Parliamo con indigeni che, come da tradizione,
ci offrono il qat, una pianta coltivata solo qui e largamente
utilizzata come nelle Ande fanno con la coca; in piazza c'è una
rissa, una venditrice di uova sode ha difficoltà nel tenere a bada piccoli ladruncoli.
Alle 15 ad ovest della città: al post-office per telefonare e
spuntino. A cena di nuovo in zona per il famoso pollo Yemenita (300YR).
La città di sera è molto bella.
venerdì 15 marzo, 3° giorno
Alle 8 troviamo l'autista che ci accompagnerà per tutto il
viaggio: si chiama Hassam. Si va prima a Barraquish (antica città
cinta da mura poderose, ora in rovina), poi a Marib, antica capitale
del Regno di Saba: visita alle dighe ed ai resti dei due templi. Suggestiva
la città vecchia, parzialmente in rovina e quasi abbandonata,
con case-torri ancora imponenti, costruite in parte o interamente in
fango. Alle 18 siamo in albergo (1 doppia=1.800YR), il migliore di Marib,
ma dalle 22 tolgono la corrente e ci danno due candele a testa in dotazione.
A piedi fino al mercato aperto fino a tarda notte: cena in un locale
tipico, su panche all'aperto (230YR); l'acquisto di frutta in un chiosco
suscita la curiosità generale della gente.
sabato 16 marzo, 4° giorno
Sveglia alle 4:30! Alle 5 si parte in direzione Est; dopo un po' di
strada asfaltata, all'altezza di una raffineria si entra nel deserto:
prima dune, poi una distesa piatta, a tratti pietrosa, a tratti coperta
da polvere fine come talco. L'alba nel deserto รจ molto suggestiva; alle 7 colazione al
sacco. Impressionante il piccolo villaggio in mezzo al deserto e le
postazioni militari lontane decine di Km da qualsiasi zona abitata.
A mezzogiorno pranzo ad Hawrah: siamo nella regione dell'Hadramawt, con coltivazioni,
irrigazioni, palme da datteri. Alle 13:30 veloce giretto di mezz'ora
per Shibam, in mezzo alle capre, ma la calura è tremenda:
torneremo un altro giorno. Si va all'albergo Al-Salam a Sayun (camera
tripla: 1.500YR). Giro fino in centro: ci sorprende una pioggia breve
e torrenziale, che trasforma le stradine in torrenti e le piazze in
laghetti; dopo mezz'ora dalla fine dell'acquazzone, è già
tutto asciutto. Vediamo una torma di gente danzante che festeggia, noi crediamo,
un matrimonio. Ritorno in albergo e qui cena. La sera prendiamo il fresco
presso la piscina; su un grande albero, migliaia di passeri chiassosi.
domenica 17 marzo, 5° giorno
Partenza 8:30. Visita del palazzo del sultano a Sayun, con
l'annesso museo archeologico-etnografico. A Tarim, col famoso
minareto di 50m ed i grandiosi palazzi costruiti un secolo fa da mercanti
arricchitisi in Indonesia: ne visitiamo uno guidati da un tipo che si
presenta come il nipote dell'antico proprietario; l'edificio è
cadente ma mostra ancora i segni dei passati splendori; per 20 anni,
sotto il regime socialista, i fastosi palazzi furono tolti ai proprietari
e trasformati in case popolari; dopo la riunificazione del paese i beni
furono resi agli antichi padroni. Pranzo lungo la strada per Sayun e,
dopo una siesta in hotel, si va a Shibam: salita sul monte dall'altra
parte del wadi con vista panoramica sulla città; giro tra le vie
fino all'imbrunire. Impressioni: le donne che cantano in coro a Shibam;
le bambine chiuse in casa che cantano "Frére Jacques"; i ventagli
fatti a bandiera; le rovine che si confondono con le rocce; le strade
polverose di sera; le containe vestite di nero con gli alti cappelli
conici di paglia.
lunedì 18 marzo, 6° giorno
Partenza alle 8. Giro massacrante: escludendo 15 minuti di sosta in
un paesino del Wadi Doan, arriviamo a Mukalla dopo 10
ore di auto lungo wadi pietrosi ed altopiani desolati. La sera
siamo sfiniti. Giro per il porto.
martedì 19 marzo, 7° giorno
Partenza alle 8 per la spiaggia di Bir Ali, distante 120 Km
e 2 ore di auto. Il posto è magnifico: il mare turchese, la spiaggia
di sabbia bianchissima, le nere rocce vulcaniche, il deserto dalle mille
tonalità ocra. Il sole ci ustiona, anche all'ombra della capanna di
paglia presso la quale cerchiamo riparo. Di ritorno alle 17, si fa un giro
per la città vecchia di Mukalla. In un ristorante conversiamo con
tre indigeni, soprattutto di religione; il mio interlocutore è
particolarmente fanatico. Sul retro del nostro hotel si svolge una coloratissima
festa con musiche e danze in onore, sembra, di un futuro sposo.
mercoledì 20 marzo, 8° giorno
Partenza alle 6. Breve visita ad Habban, costruita sulle rive
rocciose di un wadi, con case di pietra e fango. Il paese sembra
deserto ma dopo un po' sbuca dal nulla un gruppo di bambini ai quali
offriamo caramelle; un alto giovane dai tratti africani con un mulo ed un
anziano con bastone accettano di buon grado di farsi fotografare. Lasciata
la parte pianeggiante disseminata da aree verdi come canyon o wadi,
ci si inerpica su una montagna sui 2.000 metri e si entra nella regione degli altipiani
centrali. Alle 17 ci fermiamo in un hotel ad Al Baydha.
giovedì 21 marzo, 9° giorno
Partenza alle 8. Ci si ferma a Rada', con un bel centro storico
dominato da un'imponente fortezza e da una moschea dalle molte cupole.
Le strade, incredibilmente fangose, sono impraticabili. Poco prima di
Dhamar vediamo file di bambini con bandiere e foto del presidente, assiepati
lungo la strada: incrociamo dopo poco la macchina presidenziale scortata
da un imponente spiegamento di forze di sicurezza. Pranzo a Yarim. L'autista
ci porta fino a casa sua: qat, musica e danze! Vorrebbe che restassimo
per la notte come suoi ospiti, ma lo convinciamo a ripartire. Si va
ad Ibb, guidati dal piccolo Akim e da una torma di bambini; a
Jibla la piccola Rima parla italiano e ci fa da guida, mentre
un tizio ci fa vedere la moschea della regina Arwa, con 2 minareti.
Entrambe le città sono splendide cittadelle medievali dalle case-torre
in pietra, decorate con calce. La zona è formata da scoscese
colline coltivate a terrazze. Verso le 18 sosta alla moschea di Al-Jamad,
molto antica. Alle 19 in hotel a Ta'izz. Giro serale per il suq:
il mercato della frutta è ricco di manghi, papaie, banane. Il
traffico è caotico; un lungo corteo di carri armati sfila attraverso
il centro.
venerdì 22 marzo, 10° giorno
sabato 23 marzo, 11° giorno
Alle 8 vediamo infine il Mar Rosso; giro per il mercato del
pesce, pieno di barche coloratissime di ritorno dalla pesca: vediamo
cernie, pescecani, pesci martello e marlin.
Si va verso est: percorriamo un strada di montagna, molto bella, che
si inoltra in una stretta valle, incantevole e lussureggiante; un fiume
limaccioso scorre tra piantagioni di banane e manghi. Si sale sempre
più e verso mezzogiorno siamo a Manaka, dove alloggiamo
in un tipicissimo funduk (pranzo, cena, colazione e tre posti
letto su brande=5.800YR). Dopo un tè, visita al vicino paese di Al-Hajjara,
magnificamente arroccato su un precipizio, con case riccamente decorate
con la calce. Tutta la zona è terrazzata. Alle 14 pranzo al funduk
con musiche e danze dal vivo, poi il tè e giro per il paese.
Alle 20 si cena, poi a letto!
domenica 24 marzo, 12° giorno
Partenza alle 8: torniamo a valle, poi si percorre il wadi Sari,
magnifico: piantagioni di banane, manghi e mais, fichi d'india, una
specie di baobab dai fiori rosa, ricino e, nei tratti più umidi,
canneti ed agavi; uccelli di molte specie. Lasciato il wadi, dopo
una lunga salita, si arriva ad Al-Mahwit: pranzo (1.000YR in tre)
e all'albergo omonimo, molto bello (2.800YR per una tripla). In questa
zona le donne nei campi portano vestiti coloratissimi ed un cappello di
paglia basso e piatto. La zona è ancor più spettacolare di
Manaka, piena di terrazzamenti e di villaggi in pietra arroccati sulle cime.
Nel pomeriggio visitiamo a piedi il villaggio; alle 17 siamo ospiti di tre
studenti di Ta'izz che studiano al college locale e che sono desiderosi di
far conversazione in inglese; la discussione, invariabilmente, finisce su
temi religiosi. Cena in albergo.
lunedì 25 marzo, 13° giorno
Partenza alle 8. La strada verso San'a è ora completamente asfaltata.
Il paesaggio è magnifico, pieno di terrazzamenti;
molte piantagioni di qat, che hanno preso il posto delle vecchie e meno
redditizie colture di caffè. Visita ad At-Tawila, addossata
a 4 picchi rocciosi. Poi a Thilla, cinta da mura e con grandi
torri in pietra, una cisterna per l'acqua ed una moschea sconsacrata.
Non ci sono più montagne scoscese ma rilievi con la sommità
piatta ed una vasta pianura coltivata. Pranzo (800YR in tre) a Shibam
(non quello dell'Hadramawt) e breve visita al paese. Salita fino a Kawkaban,
costruita sulla piatta sommità di un'altura, al funduk
omonimo (3.250YR in tre per letto, colazione e cena). Il tempo è
nuvoloso e soffia un vento freddo. Esco da solo a zonzo per il paese,
marcato stretto da un ragazzetto che vuole soldi; dall'orlo del dirupo, la vista sulla
vastissima pianura sottostante è magnifica. Durante la cena nel
funduk, chiediamo al cameriere "music?": ci porta in una stanzetta e,
assieme ad altri 3 tipi del locale, ci intrattengono - noi tre unici ospiti - con
musica, balli ai quali dobbiamo partecipare e canti accompagnati dallo 'ut,
una specie di liuto dalle molte corde. Saliti sul terrazzo della casa-torre, il
cielo è carico di stelle e la vista, nitidissima, della cometa Hyakutake
ci toglie il fiato.
martedì 26 marzo, 14° giorno
Partenza alle 8: scendiamo a piedi lungo un sentiero scavato nella
roccia fino a Shibam. Passando per Hababa saliamo lungo un ripidissimo
sterrato per godere di un altro panorama con terrazzamenti; più
in alto si intravede un paese in rovina. Si va al Wadi Dahar
a vedere il palazzo del'Imam, costruito su una roccia isolata: molto
bello, in fase di restauro; qualcuno dice che ci faranno un albergo.
Siamo di ritorno a San'a per le 14, al solito funduk.
Giro per il suq, dove adocchiamo qualche tappeto. La sera cena e tè
nella zona nuova della città.
mercoledì 27 marzo, 15° giorno
Quasi tutto il giorno dedicato agli acquisti e alla ricerca di tappeti:
come scopriamo, lo yemen non ha una cultura del tappeto, quelli locali
sono per lo più monocromatici o con qualche riga di un altro
colore, gli altri sono tappeti marocchini fatti a macchina; in taxi ci
spingiamo fino in periferia e alla fine troviamo un piccolissimo negozio
tenuto da due anziani che hanno tappeti yemeniti e qualche persiano:
acquistiamo 3 beluch! Giriamo ancora alla caccia di qualche souvenir,
poi pranziamo in camera con frutta e pane acquistati al mercato.
Andiamo nella zona nuova della città per prendere un tè,
telefonare ed acquistare qualche cartolina. Andiamo a letto alle 23...
giovedì 28 marzo, 16° giorno
...ma all'una veniamo svegliati da una torma di turisti italiani vocianti,
appena arrivati, in agitazione perché uno di loro ha avuto un mancamento.
Alle 2:30 Hassam ci aspetta con la macchina, alle 3 siamo in aeroporto.
Causa maltempo l'aereo parte alle 6:30 anziché alle 5.
Ad Hamman alle 10:30 (9:30 locali); aereo per l'Italia alle 11:15;
a Roma alle 15:30 (14:30 locali); aereo alle 17:20; alle 18:20 a Venezia;
disavventura finale per smarrimento di un marsupio; arriviamo a casa verso le 22.